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Disciplina Legale Free Software e Software Open Source

by Avv. Nicola Ferrante
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Quando si sente parlare di Free Software o Software Open Source si pensa spesso che si stia facendo riferimento ad un software gratuito, che permette di essere installato senza il corrispettivo di un prezzo: in realtà con i due termini si intendono software diversi sia per ideologia che per gratuità, che a loro volta si differenziano ulteriormente dal software proprietario. Questa diversità concettuale richiede una precisazione sui significati specifici che i termini Free Software, Open Source Software e Software proprietario hanno, oltre ad una considerazione dei loro presupposti ideologici e giuridici.

Quando si sente parlare di Free Software o Software Open Source si pensa spesso che si stia facendo riferimento ad un software gratuito, che permette di essere installato senza il corrispettivo di un prezzo: in realtà con i due termini si intendono software diversi sia per ideologia che per gratuità, che a loro volta si differenziano ulteriormente dal software proprietario. Questa diversità concettuale richiede una precisazione sui significati specifici che i termini Free Software, Open Source Software e Software proprietario hanno, oltre ad una considerazione dei loro presupposti ideologici e giuridici.

Il codice contenuto nel software, a livello giuridico, viene trattato dalle leggi sul diritto di autore, similmente a come avviene per le opere letterarie. La legge sul diritto di autore stabilisce quali sono i diritti di chi produce l'opera e di chi la utilizza, ma nell'ambito del software si è introdotto, nella pratica, un contratto, la licenza, il cui scopo è spesso quello di limitare ulteriormente i diritti di chi ne fruisce. Il software ha solitamente un proprietario (che può essere l'autore originale, oppure un altro detentore che ne ha acquisito i diritti in base ad un contratto) che è colui che detiene i diritti di autore sul software stesso, cioè colui che possiede il copyright. L'uso del software può essere concesso gratuitamente o a pagamento, per le operazioni sancite dal contratto di licenza, o in sua mancanza per quanto stabilito dalla legge. Il pagamento per l'acquisto del software non si riferisce all'acquisizione dei diritti di autore, ma solo all'acquisto delle facoltà stabilite dalla legge, ovvero da quanto indicato nella licenza (riproduzione, cessione, copie, ecc). Ora, il software è composto di due parti fondamentali: il codice sorgente e il codice eseguibile. Il codice sorgente è intellegibile, adatto ad essere compreso dal programmatore, mentre il codice eseguibile non è intellegibile, ma può essere eseguito dalla CPU. Dal momento che per utilizzare un programma è sufficiente il codice eseguibile, le leggi che tutelano il diritto d'autore per il software tendono a consentire la distribuzione del solo codice eseguibile, lasciando che chi detiene i diritti di autore possa mantenere nascosto il codice sorgente (a parte eccezioni come la de compilazione).

Contrapposte alle licenze proprietarie, distribuite appunto secondo la logica del copyright, ce ne sono altre che hanno come scopo primario quello di garantire la massima libertà all'utilizzatore senza però limitare drasticamente il diritto d'autore del proprietario. Queste licenze hanno in comune la possibilità per l'utilizzatore di disporre del codice sorgente che viene in questo caso liberamente distribuito. Si fa riferimento in questo caso a due categorie, simili ma diverse, che sono il software libero (free software) e il software open source. Questi due visioni si differenziano principalmente per ragioni politiche legate al loro sviluppo: il software free è una scelta di tipo etico e sociale, il software open source è invece una metodologia di sviluppo. I vantaggi invece coincidono.

Il concetto di Free Software nasce agli inizi degli anni 80 da un'idea di Richard Stallman e si è diffuso a seguito della creazione della Free Software Fundation (FSF), un movimento che promuove lo sviluppo del software libero . Il concetto di software libero parte dal concetto di libertà del pensiero e di espressione: essendo il software un bene immateriale deve essere riprodotto e trasmesso facilmente. Dal punto di vista giuridico, il software libero consente all'utente quattro libertà fondamentali ovvero quelle di "eseguire, studiare, ridistribuire e migliorare" il programma. Spesso con il termine free si intende un software distribuito gratuitamente, ma ciò non ha niente a che fare con le licenze che garantiscono queste quattro libertà dell'utilizzatore. La libertà del software, infatti, non è necessariamente connessa all'aspetto gratuito della sua distribuzione.

Il software open source, che come quello free viene distribuito con il codice sorgente disponibile (codice aperto) rappresenta un caso particolare di free software, in quanto può essere oggetto di specifici accordi di licenza che variano a secondo di cosa con quel codice è possibile fare.

Il documento fondamentale di questo tipo di software è l'Open source definition, elaborato da Bruce Perens e Eric Raymond nel 1998. I due autori, dopo aver constatato la scarsa attenzione del mondo economico e imprenditoriale al software libero decisero di eliminare ogni impostazione ideologica e politica continuando però a promuoverne le caratteristiche e i vantaggi, ovvero la semplicità di adattamento, l'affidabilità, la sicurezza, la rispondenza agli standard e l'indipendenza dai singoli fornitori. La distribuzione del software open source varia a seconda delle esigenze del licenziante, che può decidere se distribuire il programma gratuitamente o con compenso oppure può prevedere costi di servizi aggiuntivi come la formazione, la consulenza, l'aggiornamento.

Sull'idea di base del software libero si sono sviluppate nel tempo una varietà di licenze, accomunate dalla libera distribuzione del codice sorgente, ma differenti per quanto riguarda la gestione delle modifiche, l'ereditarietà della licenza, la compatibilità con il software proprietario. Attualmente le principali licenze open source si distinguono tra:

  • GPL (GNU General Public License), La licenza GPL è la principale e più famosa delle licenze copyleft. Oltre ad essere la prima comparsa, è sicuramente la più utilizzata. Rappresenta il modello copyleft come inteso dai suoi ideatori Stallman e Moglen, massimi portavoce della Free Software Foundation. In questo caso, l'autore distribuisce il codice accompagnato da una copia della licenza oppure di un link alla pagina web contenente la licenza. Il software che utilizza il componente licenziato GPL deve essere distribuito con la medesima licenza e il codice open source non può essere utilizzato in un software proprietario. Il licenziatario può modificare il codice senza alcuna restrizione, con l'obbligo solo di riconoscere i diritti all'autore nel caso di distribuzione del nuovo software.
  • LGPL (GNU Lesser General public License) è una licenza di tipo copyleft ma, a differenza della licenza GNU GPL, non richiede che eventuale software "linkato" al programma sia rilasciato sotto la medesima licenza e, per tale ragione, può essere utilizzata anche all'interno di un software commerciale. Essa, quindi, rappresenta un compromesso tra la libertà assoluta che la GPL giustamente esige e quelle che sono le logiche di mercato.
  • BSD (Berkely Software Distribution) è una licenza che garantisce le quattro libertà fondamentali enunciate da Stallman, e perciò si qualifica come licenza per il software libero. A differenza della GPL, però, non è basata sul permesso d'autore. Chi modifica un programma coperto da licenza BSD lo può quindi distribuire sotto qualunque licenza, anche proprietaria e in forma non aperta.
  • GNU FDL (GNU Free Documentation License) che è una licenza pensata appositamente per la distribuzione di documentazione tecnica collegata al software.

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